Sin dal 1993, a Roma, si andava costituendo un importante nucleo di interesse attorno al tema del carcere e dell’assistenza medica nel suo interno, sino ad allora di esclusiva competenza del Ministero della Giustizia, sebbene, paradossalmente già il DPR 309/90 (Testo Unico sugli stupefacenti) sanciva i precisi doveri delle Unità Sanitarie Locali (art. 89, 90, 91, ecc.) anche nel contesto carcerario (art.96). Purtroppo, già da allora, le carenze delle USL determinarono ritardi ed inadempienze assistenziali, tali che il Ministero della Giustizia dovette sostituirsi a queste ed istituire i c.d. ‘Presidi per le Tossicodipendenze e l’HIV’ quali surrogati intracarcerari dei Ser.T. territoriali, ma a completa gestione penitenziaria. Negli anni successivi la storia si complicò ancora di più con l’avvento delle Convenzioni tra direzioni penitenziarie e Unità Sanitarie Locali finalizzate all’assistenza ai tossicodipendenti e dei sieropositivi, ma solo se portatori di virus HIV. Il problema sorgeva quando c’era una coinfezione HIV/HCV.
Gli operatori sanitari che lavoravano all’interno delle carceri si trovarono sempre più chiusi in un dedalo di competenze reali o ritenute tali, normative confuse sovrapposte e spesso contraddittorie che realizzavano uno stato di cose assolutamente incongruo, dissociato e potenzialmente pericoloso per gli operatori stessi. Numerosissime furono le battaglie, gli appelli all’autorità politica e i dibattiti che si svilupparono attorno al tema della salute in carcere a cui la nostra nascente organizzazione prendeva regolarmente parte attiva producendo documenti ed iniziative che hanno comunque inciso sullo sviluppo della successiva normativa, fino alla promulgazione del DPCM del 1 aprile 2008 che segna una svolta definitiva nelle nuove competenze dei Sistemi Sanitari Regionali.
Dopo quella norma la partita è passata interamente alle Regioni che cominciano tutte dall’ ‘anno zero’ dovendo costruire sistemi organizzativi ed assistenziali che devono includersi ed integrarsi nei preesistenti sistemi di gestione territoriale ed ospedaliera della sanità.
Queste sono le premesse sulle quali nel 2000 viene fondata la nostra Associazione che si configura quale ente senza scopo di lucro neppure indiretto e con fini di solidarietà che agisce nei limiti della legislazione nazionale e regionale in materia di volontariato, nonché dei principi generali dell’ordinamento giuridico. L’Associazione è disciplinata dal presente Statuto e dagli eventuali regolamenti che, approvati secondo le norme statutarie, si rendessero necessari per meglio regolamentare specifici rapporti associativi o attività.
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MISSION
Lo spirito e la prassi dell’Associazione si conformano ai dei principi della Costituzione Italiana e si fondano sul pieno rispetto della dimensione umana, spirituale e culturale della persona, in una visione olistica della persone, laddove non prevalga necessariamente una singola branca specialistica, bensì una visione che prenda in carico l’intero individuo che non dovrà essere la semplice sommazione di stati patologici (“…l’intero è maggiore della somma delle sue parti…, Aristotele, Metafisica”). In Italia, nuove normative, hanno recentemente mutato l’assetto sanitario nelle carceri e quindi nel di cui esse fanno parte, demandandone la gestione ai vari Servizi Sanitari Regionali. Questo determina un radicale mutamento nella ‘vision’ delle vecchia medicina penitenziaria in una più coerente ‘Medicina in Carcere e tutela della salute’, che ne ribadisce l’appartenenza al territorio e non già il confinamento entro delle mura esistenti al fine di garantire il confinamento di uomini e donne che seppur rei mantengono lo status di cittadini. Sic stantibus rebus, si delinea una nuova definizione delle azioni sanitarie condotte in questo particolare contesto che vede nella sua centralità l’integrazione sia interprofessionale che tra carcere, area penale esterna e territorio. La Medicina in carcere non riconosce specifiche patologie ad etiopatogenesi esclusivamente carceraria, pur se ne esistei molti casi una chiara concomitanza ambientale. Essa coniuga finalità istituzionale di garanzia di salute e sicurezza, come ad es. nell’attribuzione delle misure alternative per problemi di salute.
L’Associazione opera ha per scopo l’elaborazione, promozione, realizzazione di progetti di solidarietà sociale nel campo dell’assistenza socio-sanitaria dei detenuti, degli internati e degli stessi operatori nel settore, attraverso la formazione ed il coordinamento operativo del personale che, a vario titolo, opera nelle carceri e nell’ambito della giustizia penale al fine di tutelare il diritto alla salute; ciò è perseguibile attraverso la ricerca e la messa in atto di nuove forme organizzative di erogazione di servizi, sempre per la prevenzione e la salvaguardia della salute nelle carceri italiane e nelle misure alternative e nell’ambio della giustizia penale e civile. L’associazione fonda il suo intervento, in tema di prevenzione, diagnosi, terapia e riabilitazione, sui principi espressi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (“Salute per Tutti nel 2000 “), nelle dichiarazioni di Alma Ata (1978), la carta di Ottawa (1986), le raccomandazioni di Adelaide (1988), la dichiarazione di Sundsvall (1991), la dichiarazione di Jakarta (1997) e gli specifici documenti adottati dal Consiglio d’Europa come la raccomandazione R(93)6 e la Raccomandazione R(98)7 ed altre. Si richiama inoltre alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite e si propone, come forma di tutela generale e permanente dei diritti del cittadino detenuto, riconoscendo come uno degli obiettivi finali, quello di creare una rappresentanza attiva di operatori e cittadini nei confronti del Governo centrale, delle Amministrazioni Locali, delle forze sociali e culturali del Paese e degli altri Stati membri dell’Unione Europea e dei mezzi di informazione.
L’associazione persegue i suoi obiettivi attraverso le attività di seguito elencate:
Soci Fondatori – Co.N.O.S.C.I.
1. ANNA MARIA D’OTTAVI, DIRETTORE DI AREA PEDAG. PENIT.
2. CONCETTA FERRAGINE, SOCIOLOGA
3. CESARE GIARRIZZO, MEDICO
4. CRISTINA IMPERATORI, PSICOLOGA
5. SANDRO LIBIANCHI, MEDICO
6. SILVIA LIBIANCHI, PSICOLOGA
7. MARIA GIUSEPPINA MONACO, ASSISTENTE SOCIALE
8. CORINNA PROIETTI, PSICOLOGA
9. VINCENZO SAULINO, PSICOLOGO
10. ADA SILVESTRI, INFERMIERA PROFESSIONALE
11. CORRADO STILLO, INSEGNANTE
12. ANNA AUGUSTA TADDEO, PSICOLOGA